L'evoluzione delle idee

Ho già avuto modo di parlare di Colin Chapman e di come il suo genio ha partorito la Formula 1 come la conosciamo oggi.

Ma ci sono alcune delle sue "creature" che hanno segnato non solo lo sport, ma la storia della tecnologia delle vetture che tutti i giorni guidiamo.

Questa è la Storia di come una persona sola, armata del suo genio e di tanta tenacia, può "pensare diverso", e con il suo pensiero cambiare il corso degli eventi.

E di come chi non ha paura di sbagliare e di essere additato negativamente può permettersi di crescere e fare crescere ciò in cui crede.

Oggi metto insieme le informazioni di cui dispongo, e che sono disponibili in vari siti su Internet, su una delle Lotus più affascinanti della storia.

Si tratta della Lotus 49.

La Lotus 49

Colin ChapmanDi Colin Chapman si sono dette molte cose, e una è ingloriosamente passata ai posteri, ovvero che le sue macchine non erano sicure.

Partendo dall'idea che i materiali e le tecnologie a disposizione dei progettisti negli anni 60-90 non erano quelle di oggi e che Chapman era un precursore, credo che senz'altro egli affrontasse prima di tutti i problemi della nuova tecnologia che andava affinando.

Senz'altro ottimi piloti come Clark, Rindt e Petterson sono morti alla guida delle vetture di Chapman, ma molti altri sono morti su vetture di altri costruttori, o non sono morti grazie alle tecnologie messe a punto anche grazie alle Lotus.

Comunque quando si trattava di sperimentare qualcosa, Chapman non si tirava certo indietro.

La Lotus 49

La Lotus 49, progettata da Chapman e Maurice Phiolippe, segna un cambiamento epocale nella costruzione e progettazione delle vetture di Formula 1.

Dopo avere introdotto il telaio monscocca con la Lotus 25 motorizzata Climax, per la prima volta viene introdotto un telaio monoscocca con motore portante (un Ford Cosworth DFV)

Ecco un bel filmato in cui si vede Jim Clark eseguire un giro di test proprio con la Lotus 49

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La 49 presenta inoltre l'inizio di una ricerca aerodinamica che, attraversa svariate fasi, con alettoni, che, visti oggi, fanno quasi sorridere, montati direttamente sull'asse posteriore ed estremamente "alti".

Inizialmente i supporti dell'alettone erano infatti ancorati direttamente alle sospensioni

Il posizionamento sopraelevato di questi alettoni aveva l'innegabile vantaggio di porli al di fuori delle turbolenze aerodinamiche innescate dai flussi intorno alla vettura e dagli eventuali disturbi (macchine), il posizionamento era estremamente problematico e pericoloso.

La Lotus 49 con gli alettoni originali

In ogni caso dopo un paio di cedimenti in gara, che provocarono anche un pericoloso incidente, la soluzione fu bandita e la Lotus fu obbligata a passare ad un posizionamento dell'alettone ancorato al corpo vettura.

Un pauroso volo di Jochen Ridt con la 49

Insomma una soluzione che vediamo ancora oggi adottata dalle Formula 1 moderne.

Graham Hill guida la Lotus 49

In ogni caso Chapman, con la Lotus 49, ha modificato il modo di pensare e costruire le vetture di Formula 1.

Da quel momento più nessun costruttore ha potuto esimersi dal pensare nei termini in cui Chapman aveva progettato la 49: telaio monoscocca e motore portante.

La Lotus 49 guidata nel 2008

 

  • La 49 ebbe piloti del calibro di Graham Hill (padre di Daemon Hill), Jochen Ridt e Jim Clark, che guidò questa vettura all'esordio vincendo la gara di Zandwoort e, successivamente, altri tre Gran Premi nella stagione 67.

L'inaffidabilità dell'acerbo motore Ford, negò a Clark ed alla 49 il titolo mondiale.

I rottami della 49 in cui Clark trovoò la morte

Purtroppo Jim Clark troverà la morte proprio su una Lotus 49 il 7 Aprile 1968 ad Hockenaim.

Ecco un bellissimo filmato relativo proprio alla gara di Formula 2 in cui il grande campione morì

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I circuiti del tempo

Abbiamo detto che le Lotus avevano la fama di essere fragili, ma quasi nessuno si ricorda quale fosse il concetto di "circuito" dell'epoca.

Insomma: si correva su strade di tutti i giorni, con dossi, avvallamenti, cunette e segnali stradali.

Gli spettatori si assiepavano ai lati delle "piste" ed i piloti guidavano lungo viali alberati e curve che erano pensate per l'ordinaria circolazione.

Questo filmato, in cui si vede la 49 in azione al Nurburging nel 1967, presenta dossi paurosi e vetture che "saltano" sui dossi.

Una visione "paurosa" per qualsiasi pilota di Formula 1 moderna, ma molto vicina al Rally.

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Nel filmato vediamo un "fuori pista" della 49 nel giorno delle prove ed i meccanici del team, con Chapman in prima linea, che eseguono le riparazioni per il giorno successivo.

Successivamente la gara e la vittoria della 49.

Il cockpit della replica vettura di Clark

La supposta fragilità della 49 e delle Lotus

Scorrendo l'elenco degli incidenti e dei decessi dei piloti dell'epoca, non è possibile negare che la Lotus detiene un triste primato.

Ma dobbiamo pensare sia alle misure di sicurezza delle vetture che quelle dei circuiti dell'epoca.

I piloti erano semplicemente seduti nelle macchine, a volte senza neppure le cinture di sicurezza, ed i circuiti avevano un concetto di "vie di fuga" alquanto vago, rispetto ai circuiti di oggi.

Non per niente Clark morì sbattendo la testa contro una pianta!

Osservando il filmato seguente, che immortala l'incidente in cui perse la vita Jochen Ridt proprio con la 49 a Monza nel 1970, è possibile rendersi conto che oggi assistiamo ad incidenti ben peggiori ed a velocità nettamente superiori, senza praticamente alcuna conseguenza per i piloti.

Anche questo è il frutto del lavoro di Chapman, che ha sondato i limiti della tecnica e pagato, insieme ai suoi sfortunati campioni, il caro prezzo dell'innovazione in termini di vite umane.

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La rivoluzione del colore

Ma la storia della 49, oltre che per le innovazioni tecnologiche e per la morte di Clark, sarà anche ricordata per essere stata la prima vettura di Formula 1 a "vendere" la propria pelle agli sponsor .

Al debutto, nel 1967, la 49 si presentava con la "solita" livrea delle macchine Inglesi: il famoso verde inglese (foto di una replica della vettura di Clark tratta dal sito http://home.wanadoo.nl/crab/Lotus%2049.htm), ma a seguito del primo contratto di sponsorizzazione per una Formula 1, dal Gennaio 1968, la Lotus si presentava dipinta di rosso ed oro, decretando, con la "Gold Leaf" marca di sigarette, l'ingresso dei grandi capitali nella Formula 1.

La Lotus 49 restaurata nella sua livrea originale

Dopo avere introdotto per primo, nel 1967, con la Lotus 49 il motore portante, Chapman tenta con la 56 e la 58 la strada della propulsione a turbina.


Immagini della 49

Ecco una gallery di immagini della 49 raccolte su Internet mettendo insieme numerosi siti.